domenica 10 febbraio 2008

IL CHUPACABRA ESISTE?

Il Chupacabras non esiste, parola di “Voyager”

Di Maurizio Baiata
Nel corso della puntata di ieri, martedì 4 Dicembre, il programma "Voyager" condotto da Roberto Giacobbo ha realizzato un pezzo sul Chupacabras che non avrebbe retto allo scrutinio di un qualsiasi addetto ai lavori, informato su cosa tale fenomeno realmente rappresenti. Esplorato dal National Geographic, il mistero del Chupacabras, strana, inquietante creatura succhiasangue, brutta come la morte, che da anni imperversa più o meno ovunque nel mondo, preferibilmente in zone tropicali o a clima caldo temperato, è stato risolto. E’ stato risolto dicendo che non esiste. Eppure, l’essere in questione non ha disdegnato di fare le sue sortite anche da noi. In Italia! Quando, a suo tempo, ce ne siamo occupati e ricercatori caparbi sono andati a scovarne le tracce, oltre ad aver raccolto le testimonianze, realizzarono anche i calchi delle impronte. I calchi sono ancora in nostro possesso. Veterinari e zoologi da noi interpellati dissero chiaramente che non si trattava di impronte di cani, canidi, chihuahua, maremmani, di gatti siamesi, di conigli da mezzo quintale, di pipistrelli giganti, di cinghialotti e neppure di tutte queste creature messe insieme. Invece, rispetto a tale anomalia che ricondurrebbe alla presenza di un essere assai misterioso e sfuggente quale è il Chupacabras, ciò che il documentario del National Geographic trasmesso ieri notte da “Voyager” ha detto e mostrato come prova, sorry, come indizio della sua non-anomalia, sono stati proprio una collezione di calchi e una carcassa scarnificata. Seriosi zoologi cileni hanno dichiarato: si vede benissimo che è di un canide. Un altro tizio dai lunghi capelli e lo sguardo trasognato ha detto: “Sto’ calco è stato fatto male, ed è la prova che è un falso”. Bene! Il Chupacabras non esiste e tutt’al più è il frutto della fantasia malata, delle allucinazioni di poveri campesinos. Ora, con tutto il rispetto, il National Geographic ha prodotto un documentario sballato, nel quale al Chupacabras improvvisamente si attribuisce anche il fenomeno delle mutilazioni animali, nel senso che esso, di soppiatto assale il povero animale, di solito un cavallo o una mucca, gli conficca i denti acuminati ovunque e poi con precisione chirurgica, o tecnica laser, ne lascia lì la carcassa. Purtroppo, “Voyager” ha attribuito valore giudiziario a tale conclusione di indagine, condannando il Chupacabras a rientrare nel mondo della fantasia dal quale è venuto. La Redazione di “Voyager” non sa che fra le mutilazioni animali e gli attacchi del Chupacabras non esiste relazione alcuna. Per tecnica, dinamica, caratteristiche annesse e connesse. Non sa che il modus operandi del Chupacabras colloca questa creatura al di là dei confini della nostra conoscenza, ma poco male, anzi, Bene! (l’intercalar frequente di Giacobbo) perché la soluzione più semplice, per un problema assolutamente irrisolto da decenni è che qualcuno si è inventato tutto. Però, ricordo che nel Lazio (Pratoni del Vivaro), in Campania, in Umbria, il Chupacabras ha aggredito e ucciso e non ci fu soluzione al mistero di queste uccisioni. Un mistero che a Porto Rico non ha risolto il giornalista Jorge Martin, che da oltre 10 anni lo investiga e che ha collegato anche alle innumerevoli apparizioni di UFO nella zona di El Yunque, un "Poligono del Terzo Tipo", o meglio “piattaforma di attività aliene” controllata dagli USA. Un mistero che ha affrontato in un libro, “Predatori di Sangue” in maniera eccellente Franco Almacolle, denotando le facoltà straordinarie di cui sono dotate queste creature, probabilmente “iperdimensionali”, mimetismo, mat e demat, solo per citarne alcune. Insomma, un servizio, quello reso al Chupacabras, in perfetto stile Cicap. A dimostrare che, ancora una volta, l’organizzazione di Stato che sovrintende a qualsiasi cosa che sfugga alla nostra comprensione e che meriti di essere indagata con uno spirito giornalistico e di ricerca, degno di questo nome, ha mal consigliato la Redazione di “Voyager”.

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